Metodi e tecniche di analisi geologica, per il recupero di un vecchio muro di sostegno. La consulenza del Geologo per la scelta delle indagini geognostiche, dirette e indirette, appropriate al caso in esame.
L'intervento in essere riguarda il ripristino della funzionalità di un vecchio muro di sostegno, di altezza compresa fra 4 e 5 metri, con segni sempre più evidenti di rottura e con la possibilità di ribaltamento parziale o totale dello stesso.
La situazione è resa più grave per la presenza, ad appena 5 metri di distanza, di una costruzione residenziale (villa) le cui fondazioni contribuiscono ad incrementare la spinta attiva contro il paramento del muro stesso.
L'intervento attuabile, in casi come questo e date le lesioni sul muro, comporta quasi sempre il rifacimento dello stesso. A conferma di ciò si è riscontrato che l'opera lesionata è dotata di una fondazione ampiamente sottodimensionata ed è priva dei minimi accorgimenti atti a favorire il drenaggio (assenza di barbacani, canalette a monte e al piede dello stesso, ecc.).
La prima necessità del progettista è stata pertanto quella di disporre, con esattezza, delle necessarie informazioni riguardo il tipo di terreno, su cui si sarebbe basata la progettazione.
Le problematiche da affrontare, in fase di dimensionamento progettuale, sono state di vario tipo, e principalmente:
- definizione della natura del terreno, costituente il piano d'appoggio del muro attuale e di quello in progetto;
- valutazione delle caratteristiche geotecniche, del terrapieno a tergo del muro;
- analisi delle interferenze fra il muro di sostegno e la casa in posizione limitrofa.
Tutti i quesiti sono stati affrontati con la consulenza del Geologo, predisponendo un piano di indagini geologiche e geotecniche di dettaglio, volto a definire non solo la natura del suolo, direttamente interessato dalla nuova opera, ma anche il comportamento che avrebbe avuto lo stesso con la nuova struttura.
Fra le varie tecniche di indagine, applicabili a casi come questo, si è optato per le tradizionali prove penetrometriche, supportate però anche da un congruo numero di analisi HVSR e, soprattutto, prove geofisiche MASW.
Nello specifico caso in esame le indagini MASW e HVSR si sono integrate alle prove dirette (le citate prove penetrometriche, oltre ad alcune stratigrafie di scavo), con le quali sono state anche tarate, permettendo inoltre l'indubbio vantaggio di fornire informazioni anche a profondità superiori, rispetto a quelle ottenibili con le sole prove penetrometriche o con i semplici scavi esplorativi (eseguibili con i comuni escavatori meccanici).
Poichè entrambe le prove penetrometriche eseguite si sono arrestate a meno di 4 metri di profondità, è immediatamente emersa la necessità di valutare se il terreno a profondità maggiori presentasse valori costanti o crescenti di velocità delle onde di taglio e, dunque, un'adeguata risposta in termini di sua rigidità (quest'ultimo parametro viene comunemente espresso dal modulo di taglio dinamico G).
Si trattava dunque di valutare se l'adozione dei parametri geotecnici, determinati fino alle profondità realmente raggiunte con le prove, fosse cautelativamente applicabile anche agli strati oltre i 4 metri di profondità.
La prova geofisica MASW permette, infatti, l'individuazione delle eventuali inversioni di velocità, consentendo perciò di riconoscere sismo-strati meno rigidi, alla base di sismo-strati con migliore comportamento geomeccanico.
Nel caso in esame non sono state riconosciute tali inversioni. La stratigrafia desunta dalla prova geofisica MASW ha pertanto permesso di individuare un quadro "normale", ossia una situazione in cui all'aumentare della profondità è stato possibile riscontrare solo la presenza di depositi via via più rigidi (dunque migliori anche da un punto di vista geotecnico).
In definitiva i parametri geotecnici, dedotti per i primi metri tramite le prove geognostiche dirette (penetrometro), sono sostanzialmente applicabili anche alla serie di strati sottostanti, per lo meno fino a profondità d'interferenza da parte del bulbo delle tensioni, generabile dalle fondazioni del nuovo muro e, in ogni caso, fin oltre i 10 metri di profondità.
Un quadro delle caratteristiche dei sismo-strati è visualizzato nelle figure seguenti.
- Velocità di propagazione delle onde Vs alle varie profondità e relativo spettro frequenza/velocità di fase -