Un caso tipico, per cui la consulenza del geologo può essere d'aiuto nella delicata fase di dimensionamento strutturale, è quello che riguarda l'insediamento di strutture edili di tipo commerciale e industriale, in grado di esercitare azioni statiche ed anche dinamiche rilevanti, nei confronti del sottosuolo di fondazione.
In questo articolo si esamina il caso di un nuovo intervento edile, localizzato entro l'area industriale di Robassomero (in Piemonte, nei pressi di Torino) e riguarda la nuova costruzione di una struttura produttiva, dotata di sistema di mobilizzazione dei carichi pesanti mediante struttura carroponte, per la traslazione dei materiali nei vari punti dello stabilimento.
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Per il caso specifico le problematiche che richiedevano un'attenzione particolare, da parte del Geologo-Geotecnico in prima fase e dello strutturista in seguito, sono state:
- la necessità di individuare in modo preciso e attendibile quali terreni potessero meglio prestarsi a sopportare i carichi progetto che, va ricordato, non sono solo di tipo statico ma, soprattutto, di tipo dinamico;
- la gestione del problema dei ristagni idrici, entro i primi orizzonti del suolo.
Gli edifici presenti in adiacenza alla zona di ampliamento sono stati realizzati negli anni '60 e '70 e, ad oggi, risentono degli effetti, differiti nel tempo, di una non ottimale scelta del terreno di fondazione (cedimenti differenziali, una sensibile propagazione degli impulsi dinamici al terreno, dovuta alla movimentazione dei carichi, ecc.). La situazione è resa ancor più "delicata" a causa della presenza, entro i primi metri dal piano di campagna, di terreni limosi con comportamento fortemente condizionato dal tenore di umidità, ossia con comportamento coesivo in condizioni di umidità ordinaria e rammollente in caso di saturazione.
Onde evitare il ripetersi, anche sulle nuove strutture, delle criticità osservabili sull'esistente, la committenza ha espressamente richiesto un'approfondita analisi delle caratteristiche parametriche dei terreni di fondazione, allo scopo di garantire la posa degli elementi portanti esclusivamente su terreni compatibili con le sollecitazioni previste.
La risposta ad una tale specifica richiesta è stata data avvalendosi degli strumenti tradizionalmente impiegati per l'indagine geognostica e geotecnica del suolo. In particolare è stata condotta una campagna di prove penetrometriche con penetrometro superpesante DPSH, a cui si sono affiancate prove penetrometriche statiche (CPTM).
Preventivamente la committenza aveva fatto realizzare alcuni scavi ispettivi, fino a circa 4 metri di profondità, allo scopo di fornire informazioni specifiche sulle modalità di ristagno idrico, dei terreni entro il primo metro, ossia a quote di effettiva interferenza con gli edifici confinanti.
Tutti i dati, derivati dalle indagini dirette, sono stati confrontati col quadro geologico, geomorfologico e litostratigrafico dell'area, ottenuto da fonti pregresse (indagini geognostiche e geotecniche già effettuate nelle vicinanze).
Gli esiti delle prove penetrometriche hanno permesso di definire la presenza di livelli pseudo-coesivi, sottoaddensati, fino a circa 2,5 metri di profondità, mentre solo a partire da circa 3 metri dal previsto piano pavimento, della prevista struttura, è stato possibile individuare quei terreni le cui caratteristiche geologiche e geotecniche potevano dare le necessarie garanzie per la struttura.
L'approccio alla risoluzione del problema fondazionale, completamente diverso rispetto a quello del passato, in cui usualmente non si conducevano prove geologiche e geotecniche, se da un lato ha posto in evidenza una criticità, imputabile ai maggiori costi fondazionali per il raggiungimento dei terreni idonei, dall'altro ha fornito al committente gli elementi utili per la corretta progettazione, costruzione e tutela nel tempo del nuovo stabilimento. In questo caso è lecito sostenere che ad un maggior costo iniziale corrisponderà un valore aggiunto, derivante dalla maggiore durabilità dell'opera.
Va infine sottolineato che i costi, dovuti agli approfondimenti sulla natura geologica, idrogeologica e geotecnica del sito, hanno inciso per meno dello 0,2% del costo complessivo dell'opera, a fronte di un valore aggiunto derivato dall'ottenimento di maggiori garanzie e "tranquillità" sul piano delle scelte strutturali.